Ferie e permessi nell'HoReCa: facciamo chiarezza

Nel CCNL per il Turismo, tra le altre cose, vengono disciplinate le modalità di maturazione e fruizione delle ferie, così come vengono regolamentati i cosiddetti "permessi". In questo articolo vedremo come funzionano ferie e permessi per i lavoratori del settore HoReCa.
Sedie capovolte sul bancone di un locale chiuso. Ferie e permessi ristorazione HoReCa

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Non sempre chi lavora nella ristorazione è pienamente consapevole delle tutele contrattuali che il proprio CCNL garantisce. Nel CCNL, infatti, si chiariscono dettagliatamente tutte le condizioni di impiego del comparto HoReCa, tra cui la regolamentazione di ferie e permessi (durata, maturazione e fruizione delle stesse). Conoscerle è essenziale tanto per i ristoratori, che dovranno tenerne conto nel management del proprio organico, quanto per i lavoratori del settore, che avranno così gli strumenti per tutelarsi e far valere i propri diritti. Negli ultimi anni, la sensibilità verso il rispetto delle norme è cresciuta, di pari passo con il desiderio dei lavoratori di migliorare il proprio benessere psicofisico e l'equilibrio lavoro-vita privata, rendendo – oggi più che mai – indispensabile un approccio strategico alla pianificazione di ferie e permessi.
Cartello "sorry, we're closed" appeso sulla porta di un ristorante, ferie e permessi HoReCa.

Quanti giorni di ferie spettano a un lavoratore HoReCa?

Per stabilire quanti giorni di ferie spettano a un lavoratore HoReCa, bisogna verificare le condizioni del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro) da questi sottoscritto. Secondo il CCNL Fipe – non l'unico, ma certamente il più rappresentativo per il settore – tutti i lavoratori del settore con contratto full time a tempo indeterminato hanno diritto a ventisei giorni lavorativi di ferie all'anno. Un lasso di tempo garantito, a prescindere dall'inquadramento o dalla mansione svolta, che procede per accantonamenti progressivi. La maturazione delle ferie avviene gradualmente nel corso dell’anno, di mese in mese a seconda dei giorni lavorati.

Allo stesso modo, ai lavoratori part time a tempo indeterminato le ferie vengono calcolate in proporzione alle ore di lavoro svolte. Pertanto, se il contratto a tempo pieno prevede ventisei giorni di ferie, per un part time al 50% le ferie maturate saranno la metà, ossia tredici giorni. Va, inoltre, sottolineato, che le ferie sono irrinunciabili, ossia vanno smaltite come giorni di riposo e non è possibile convertirle in indennità economica, salvo il caso in cui, alla cessazione di un rapporto di lavoro, eventuali ferie non godute dovranno essere liquidate nel TFR (ossia nel Trattamento di Fine Rapporto).

Pianificazione e fruizione delle ferie

Bene, in busta paga si iniziano a vedere le ore di ferie maturate crescere: ora che fare? Per usufruirne, dev'esserci un accordo tra lavoratore e manager, tenendo parimenti conto delle esigenze aziendali così come delle necessità del richiedente. Specialmente nel settore del turismo, caratterizzato da picchi di lavoro stagionali, è fondamentale pianificare le ferie con un certo anticipo, onde evitare carenze di staff nei periodi di grande affluenza e, viceversa, di ritrovarsi con brigate sovrastimate nelle giornate fiacche.

Secondo quel che si legge nel CCNL, le ferie non sono di norma frazionabili, anche se l'art. 135, comma 3 stabilisce che «diversi e più funzionali criteri di ripartizione delle ferie annuali potranno essere concordati tra datore di lavoro e lavoratori nell’ambito di una programmazione, possibilmente annuale, della distribuzione del tempo libero». Il ristoratore, in caso di necessità, ha la facoltà di richiamare i propri collaboratori prima del termine del periodo di ferie, a patto che rimborsi le spese da essi già sostenute, così come quelle per il rientro, e garantisca il recupero dei giorni feriali non goduti in un secondo momento.

Sedie capovolte sul bancone di un locale chiuso. Ferie e permessi ristorazione HoReCa

Oltre alle ferie, permessi e congedi

Accanto alle ferie, si trovano altresì permessi e congedi, anch'essi disciplinati dal CCNL Fipe. Tra questi, troviamo:

  • Congedo matrimoniale. Con la finalità di contrarre matrimonio o unione civile, il lavoratore ha diritto a quindici giorni consecutivi di congedo straordinario retribuito.
  • Motivi familiari. In caso di lutto o di altra grave disgrazia a familiari legati da stretto vincolo di parentelo o affinità, al lavoratore spettano fino a cinque giorni di permesso retribuito, a cui possono essere aggiunti tre ulteriori giornate in relazione alla distanza del luogo da raggiungere.
  • Diritto allo studio. Ai lavoratori non in prova che intendano frequentare corsi di studio compresi nell’ordinamento scolastico, sono riconosciuti dei permessi retribuiti, fino a un massimo di centocinquanta ore pro capite in un triennio.
  • Permessi per elezioni. In occasione di elezioni o referendum, i lavoratori che esercitano una qualche funzione presso gli uffici elettorali, i rappresentanti di lista e i rappresentanti dei partiti promotori di un quesito referendario, hanno diritto ad assentarsi dal lavoro per tutto il necessario.
  • Tutela della genitorialità. In caso di gravidanza, ai neogenitori spettano dei periodo di permesso così suddivisi: 1) Congedo di maternità, ovvero l’astensione obbligatoria della lavoratrice nei due mesi precedenti il parto e nei tre mesi successivi o, in alternativa, un mese prima della nascita e i quattro successivi; 2) Congedo di paternità, vale a dire l’astensione dal lavoro del padre, fruito in alternativa al congedo di maternità; 3) Congedo parentale, ossia l’astensione facoltativa dei genitori nei primi dodici mesi di vita del bambino, nel limite massimo di sei mesi per la madre e sette mesi per il padre. In ogni caso, il totale tra i genitori non può superare gli undici mesi.

Ferie e permessi nella ristorazione stagionale

Abbiamo già parlato altrove dei lavori stagionali di cui il settore HoReCa abbonda, e delle opportunità che essi offrono, così come delle difficoltà che – talvolta – rappresentano. Per questa categoria di lavoratori con contratto a termine, la maturazione delle ferie procede in maniera analoga a quella dei lavoratori a tempo pieno o parziale di cui sopra, ma in misura proporzionale alla durata del rapporto lavorativo. Ad esempio, nel caso di un contratto di tre mesi, il lavoratore maturerà circa sei-sette giorni di ferie.

Tuttavia, a differenza dei lavoratori a tempo indeterminato, difficilmente riuscirà a beneficiarne prima del termine del rapporto di lavoro. Pertanto, come visto prima, il datore di lavoro dovrà corrispondere un'indennità sostitutiva per le ferie non godute, inclusa nel TFR. Idem per i permessi: il CCNL prevede le medesime fattispecie, sempre in proporzione ai giorni lavorati.

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