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Un'organizzazione nata dal desiderio di aiutare le persone in difficoltà in seguito a disastri ambientali che, ben presto, ha iniziato a intervenire ovunque ve ne fosse bisogno, guidata dalla voglia di ascoltare le esigenze specifiche delle comunità in crisi e di rispondere alle loro necessità attraverso il cibo, inteso non soltanto come fonte di nutrimento, ma altresì come mezzo di conforto. Scopriamo la storia di World Central Kitchen, l'ONG voluta dallo chef José Andrés e dalla moglie Patricia.
WCK e il cibo come diritto universale
Da oramai diversi anni, World Central Kitchen (WCK) si occupa del rifornimento di cibo e pasti a chiunque nel mondo si trovi in una condizione di crisi, umanitaria, climatica o comunitaria che sia. Seguendo un modello ben rodato, WCK interviene prontamente ovunque serva, avvalendosi delle risorse e delle peculiarità locali a beneficio della collettività.
Il networking con gli operatori in loco – dalle associazioni del territorio ai ristoratori, così come ai trasportatori e ai fornitori – è assolutamente essenziale per la riuscita degli interventi di soccorso. Medesima attitudine che si riflette anche nella volontà di sostenere le economie locali, dando vita a filiere regionali nelle zone in cui operano, con il duplice obiettivo di contribuire al sostentamento delle comunità e di confortarne maggiormente le persone, servendo pasti gustosi che incontrano le loro preferenze e tradizioni.
Rapidità d'intervento, efficienza ed elevata adattabilità sono, pertanto, le caratteristiche di World Central Kitchen la quale, come si legge sul sito, si autodefinisce il “911 per il soccorso alimentare”. E non è un'esagerazione, come testimoniamo i vari successi collezionati nei primi quindici anni di attività dell'organizzazione: in seguito a uragani, sparatorie in negozi di alimentari e ristoranti, alla pandemia, alle guerre, compresa quella russo-ucraina e il conflitto israelo-palestinese.
Quindic'anni di cibo contro la crisi
Nel 2010, lo chef José Andrés si recò ad Haiti, per aiutare dopo un devastante terremoto. Lì, dalle famiglie sfollate, ha imparato a cucinare i fagioli neri schiacciati, cremosi come piacciono agli haitiani. Fu in quell'occasione che intuì che il punto non era soltanto quello di nutrire le persone in difficoltà, bensì ascoltarne le esigenze e cercare di fornire conforto e "normalità" attraverso il cibo. Questo, per José, è il vero significato di comfort food, ed è con quest'idea che nasce World Central Kitchen, fondata assieme alla moglie Patricia.
Da quel momento, e per i sette anni successivi, WCK si è dedicata all'avvio di programmi di resilienza, il cui scopo era quello di garantire un sistema di approvvigionamento di cibo autonomo e a lungo termine alle zone dell'America Centrale e dei Caraibi colpite dal sisma. Durante quel periodo, José e WCK danno vita a l'École des Chefs, una scuola di cucina a Port-au-Prince, presieduta da uno degli chef più in vista di Haiti: Mi-Sol Chevallier.
Queste le primissime esperienze dell'organizzazione che, da allora, ha fornito oltre 400 milioni di pasti in giro per il mondo, intervenendo prontamente in risposta a uragani, incendi, tsunami ed eruzioni vulcaniche. Dai disastri naturali, WCK ha ben presto allargato le proprie aree di intervento, dando da mangiare anche ai rifugiati, alle famiglie che non hanno accesso al cibo, al personale ospedaliero in prima linea durante una pandemia globale e ai civili sotto assedio in zone di guerra.
Vale la pena ricordare alcuni dei più significativi interventi recenti dell'ONG. Dall’Ucraina, dove il team di WCK ha servito oltre 260 milioni in seguito all'invasione russa del febbraio 2022; a Gaza – oltreché in Israele e Libano – in cui, al 29 marzo di quest'anno, in cui il gruppo aveva inviato quasi duemila camion con cibo e attrezzatura attraverso il valico di Rafah e stava lavorando con un settantina di “cucine comunitarie”.
Chi è lo chef José Andrés
Veniamo ora alla mente dietro l'ONG World Central Kitchen: lo chef José Andrés. Spagnolo, ora naturalizzato americano, José si trasferisce a soli ventun'anni a New York, con appena cinquanta dollari in tasca. Un paio di anni dopo si trasferisce a Washington DC, dove ha inizio la sua rapida ascesa delle classifiche culinarie della città.
Oggi, accanto al suo impegno umanitario che gli è valso la candidatura al Premio Nobel per la Pace del 2019, lo chef Andrés ha avviato circa quaranta ristoranti, ha scritto alcuni best seller ed è stato anche conduttore televisivo. Una notorietà che ha consacrato José Andrés nell'Olimpo dei celebrity chef d'oltreoceano, sebbene la scena internazionale lo conosca essenzialmente per il suo lavoro con WCK.
Recentemente, in un'intervista alla BBC, lo chef racconta la nascita della sua ONG. Ad Haiti, ricorda: «abbiamo visto la devastazione di un Paese già molto povero». Quindi l'intuizione: «Non vado tanto per aiutare, ma per iniziare a imparare. E lentamente ho iniziato a capire che non serve altro che la volontà di farlo». Da queste poche parole emerge tutta la filosofia attorno cui José e Patricia hanno voluto costruire WCK e che ha permesso, negli anni, di sfamare e donare un po’ di conforto a centinaia di milioni di persone in difficoltà.