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Il concetto di coworking fa oramai parte del nostro vocabolario, e sta ad indicare un modo nuovo di concepire gli ambienti di lavoro, meno individualista e totalmente orientato alla condivisione degli spazi e alla ccollaborazione. Di pari passo con questa tendenza, diversi sono i ristoratori – specie nelle grandi città – che hanno pensato di convertire le proprie sale in locali di coworking, così da attirare utenti anche durante le ore meno affollate della giornata. Una sinergia che, se ben strutturata, può offrire vantaggi tanto ai ristoratori quanto a chiunque sia alla ricerca di ambienti diversi in cui svolgere le proprie attività. Tuttavia, integrare due realtà così distinte presenta anche delle sfide, come vedremo, per lasciarci con i nostri 5 consigli per ospitare un coworking all'interno del tuo locale.

Perché scegliere tra ristorante e coworking?
Lavorare in un ufficio, portandosi la schiscetta da casa o accontentandosi di un tramezzino preconfezionato, o lavorare al ristorante dove potersi concedere una pausa pranzo che, come dice la parola stessa, ristori? Oggi, sempre più "nomadi digitali", studenti e giovani professionisti opterebbero sicuramente per la seconda opzione. I gestori dei locali, per parte loro, lamentano una scarsa affluenza in mattinata e nel pomeriggio, con ambienti inutilizzati che potrebbero (dovrebbero!) generare entrate, oltreché costi. Unendo l'esigenza dei ristoratori di ottimizzare le entrare durante le fasce orarie meno produttive al desiderio di freelance e smartworker di un luogo alternativo all'ufficio tradizionale o alla propria abitazione, nascono i risto-coworking.
Così facendo, non solo si ottimizza la produttività di un locale, ma si è altresì gli artefici di una condizione unica, che valorizza la socialità e l'interazione fra i clienti-lavoratori. Com'è intuibile, tale trend sta riscuotendo un grande successo soprattutto nele grandi città, dove la domanda di spazi di lavoro flessibili è sempre più elevata. Se il tuo locale dispone di tutti i (minimi) requisiti necessari – una buona connessione Wi-Fi, qualche presa di corrente e dei tavoli ampi, meglio se un social table in condivisione – potresti pensarci su, magari prendendo ispirazione dagli esempi di successo qui sotto.
Il "risto-coworking": esempi di successo
Come già accennato, diversi sono i locali che hanno sperimentato con successo il modello del ristorante-coworking, registrando risultati davvero interessanti. Un esempio emblematico, con sede a Milano, è oTTo: nato come bistrot ha, fin da subito, attirato molti smartworker. Col tempo, ne ha poi regolamentato l'accesso, riuscendo a raggiungere un buon equilibrio tra clienti tradizionali e lavoratori. I suoi punti di forza? Un ambiente accogliente e una proposta gastronomica di tutto rispetto, che hanno reso oTTo un vero e proprio punto di riferimento per molti coworker milanesi.
A Bologna, invece, hanno sede Le serre dei giardini, uno spazio polifunzionale sui generis, che sorge negli spazi riqualificati delle ex serre comunali. Tra le molte attività ivi svolte, tutte accomunate da un senso di collaborazione e rispetto reciproco, si ricordano: il centro di produzione culturale Serra Madre, lo spazio di coworking e il bistrot VETRO. Altro spazio analogo è il Famo Cose a Roma, un ambiente ibrido che mescola ristorazione, coworking e rassegne culturali, rappresentando una valida opzione per freelance e professionisti vari.
Vantaggi e sfide di un locale ibrido
Lato ristoratori, s'è già parlato dell'indubbio vantaggio di aumentare le entrate anche nei momenti più fiacchi, ottimizzando in maniera intelligente gli spazi disponibili, ma vanno anche segnalate le sfide che si possono presentare. Prima fra tutte è la coesistenza di clienti tradizionali e coworker che, talvolta, potrebbe generare conflitti, soprattutto a causa di ambienti male organizzati. Poi, come lamentano alcuni ristoratori, c'è la possibilità che i lavoratori occupino i tavoli per ore con una consumazione minima, riducendo sensibilmente il turnover dei coperti.
Inoltre, se non si dispone del locale adatto, potrebbero essere necessari investimenti in infrastrutture specifiche quali prese elettriche aggiuntive, illuminazione adeguata e arredi ergonomici. Tutti problemi che si possono risolvere elaborando strategie di monetizzazione alternative, come l'introduzione di formule di pagamento a tempo o la creazione di menù ad hoc per i coworker, con tariffe fisse per l'accesso giornaliero e consumazioni incluse.

5 consigli per ospitare un coworking nel tuo locale
Qui di seguito, ecco alcuni consigli per chiunque stia pensando di trasformare il proprio locale in un ambiente ibrido, che sia confortevole e accogliente sia per i nomadi digitali sia per i propri clienti "tradizionali":
- Definire orari e spazi dedicati. Per evitare i conflitti di cui sopra, è essenziale stabilire le fasce orarie e i luoghi in cui il locale è accessibile ai coworker, senza che interferiscano con i momenti di punta del servizio.
- Offrire pacchetti personalizzati. Ai lavoratori, sarebbe bene proporre alcune formule in abbonamento, magari con opzione giornaliera, settimanale o mensile che includano, oltre all'utilizzo degli spazi, anche le consumazioni.
- Creare un ambiente attrezzato. È indispensabile garantire la presenza di prese elettriche, Wi-Fi ad alta velocità, sedute ergonomiche e illuminazione adeguata: tutti requisiti minimi per qualunque smartworker.
- Organizzare eventi di networking. Per favorire la fidelizzazione dei lavoratorati che frequentano il tuo locale, è utile ospitare workshop, iniziative di networking ed eventi dedicati agli avventori, rafforzando il senso di community.
- Monitorare i feedback. È sempre fondamentale raccogliere opinioni e critiche tramite sondaggi o recensioni, così da migliorare costantemente l'offerta e andare incontro alle esigenze del pubblico.