I mercati rionali tra passato e futuro

I mercati rionali tra passato e futuro: ecco le startup che stanno rivoluzionando una delle realtà più tradizionali del nostro Paese
I mercati rionali tra passato e futuro

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Perché fare la spesa al mercato?

Oggi, nonostante i mercati rionali non siano più frequentati come un tempo, sono sempre più le persone che scelgono di tornare a fare la spesa in questi luoghi senza tempo. Le ragioni possono essere le più disparate, così come i vantaggi di questa modalità d'acquisto rispetto a quella "convenzionale" (GDO).

Recarsi al mercato di quartiere, ad esempio, ci permette di avere maggior controllo sui prezzi, comparando venditori diversi e optando per quelli maggiormente in linea con le nostre possibilità d'acquisto, diversamente dai supermercati ove i costi sono fissi e sostanzialmente allineati anche tra brand diversi. D'altra parte, al mercato si apprendono le regole della stagionalità di frutta verdura, trovando prodotti locali e sempre freschi, diversi a seconda del periodo dell'anno. Inoltre, il mercato è un luogo altamente vocato alla socialità, tanto con i venditori-produttori (che spesso coincidono), con i quali si creano legami di fiducia e, pertanto, di fidelizzazione, quanto con le altre persone, magari scambiando quattro chiacchiere in attesa del proprio turno. 

L’incredibile varietà che si può trovare nei mercati è evidente spostandosi tra una località e l'altra e notando come cambia l'offerta. Prodotti ortofrutticoli del territorio, certo, ma anche carni, formaggi, a seconda delle zone pesce e molto altro, tutto esclusivo (o quasi) di quel luogo, qualcosa che non potresti trovare altrove e tantomeno in un supermercato. 

Innovare la tradizione: Mercato Itinerante 

A Torino, città che può vantare oltre trenta mercati distribuiti per tutto il tessuto urbano, è nato un progetto il cui scopo è quello di digitalizzare l'attività dei mercati, fornendo ai venditori gli strumenti per ampliare il loro bacino d'utenza e competere con i giganti della grande distribuzione. Si tratta di Mercato Itinerante che, oltre alla creazione di un e-commerce dedicato in cui poter acquistare direttamente i prodotti ortofrutticoli dal proprio contadino di fiducia, mette in atto quello che è stata definita “digitalizzazione gentile”. Mettendo al centro le persone anziché i prodotti, e valorizzando le storie e le esperienze individuali, obiettivo di Mercato Itinerante è quello di rafforzare il legame culturale con le nostre tradizioni, mediando tra un passato tuttora vivo e un futuro sempre più iperconnesso che rischia di perdere un po’ di concretezza e di autenticità. 

Ma attenzione a non impigrirsi. Il servizio offerto da Mercato Itinerante, infatti, non ha l'obiettivo di traslare in toto l'acquisto di ortofrutta dalle piazze alle nostre case, come conferma il pay off dell'azienda: «quando non puoi andare al mercato il mercato viene da te». Offrire un'alternativa a coloro che non sempre riescono a recarsi al mercato, implementando l'esperienza d’acquisto con una possibilità inedita, il cui scopo primario è quello di promuovere un consumo che sia maggiormente consapevole e sostenibile in tutti i sensi. 

Esempi di startup virtuose

L'Alveare che dice sì all'economia partecipativa

Dalla Francia, invece, arriva un altro progetto molto interessante, dal 2015 disponibile anche in Italia, ovvero quello dell’Alveare che dice Sì! Si tratta di un'idea rivoluzionaria che si basa sulla filiera corta e sull’economia partecipativa dove chiunque, privato, azienda o associazione, può aderire. È sufficiente registrarsi sul sito dell'azienda – www.alvearechedicesi.it – per fare la spesa online, acquistando i prodotti messi in vendita dalle attività che fanno parte del network. Favorendo gli scambi diretti fra produttori locali e comunità di consumatori, la piattaforma stimola la costituzione di temporary market a chilometro zero, detti appunto “alveari”.

Dall'online, poi, si passa a un contesto fisico, nel quale ciascun gruppo d'acquisto si organizza settimanalmente per distribuire gli ordini in uno degli alveari di zona, che può essere un bar, un ristorante o un’associazione. Per sua stessa natura, ogni alveare ha una sua propria specificità che lo rendono un vero e proprio punto di riferimento per il quartiere, essendo capace di far sorgere delle micro-comunità in cui fare la spesa diventa anzitutto un momento di aggregazione che, a partire dal cibo, va ben oltre.

L’Alveare che dice Sì! inoltre, propone un modello di business virtuoso, nel quale ciascun produttore è libero di fissare liberamente i prezzi dei prodotti che vende – contrariamente a ciò che avviene nella grande distribuzione organizzata – garantendo così una giusta remunerazione. Una rete in continua espansione che, ad oggi, conta circa 270 gruppi d’acquisto in tutta Italia, con più di 170.000 persone iscritte e oltre tremila aziende coinvolte.

Lotta agli sprechi con Babaco Market e Bella Dentro 

Altra questione di grande rilievo correlata ai mercati rionali, e non solo, è quella degli sprechi. Per contrastare tale problematica, stanno nascendo diverse startup che propongono soluzioni interessanti. Un fra tutte è Babaco Market, il cui scopo è quello di salvare i prodotti ortofrutticoli scartati dalla vendita nei canali di distribuzione convenzionali, a causa di alcuni difetti estetici o di difformità dagli standard del tutto irrilevanti in termini qualitativi. Con questo servizio è possibile ordinare online box di frutta e verdura in abbonamento, potendo altresì usufruire dei consigli dell'esperta no waste Lisa Casali, che la piattaforma mette a disposizione per aiutare i consumatori ad acquisire maggiore consapevolezza e a ridurre gli scarti alimentari.

Servizio del tutto analogo è quello offerto da Bella Dentro, che si propone di restituire dignità ai prodotti scartati poiché esteticamente imperfetti – brutti fuori, ma “belli dentro” appunto. Con l'obiettivo di contrastare la rapida deperibilità dei prodotti ortofrutticoli, la startup ha lanciato anche una linea di prodotti trasformati, realizzati a partire dalla frutta e dalla verdura scartate dalla GDO. Ma non è tutto, infatti l'azienda ha all'attivo anche due "fast food” che si basano su di una filosofia di cucina sana, sostenibile e a zero sprechi. Qui, tutti i prodotti che non soddisfano gli standard estetici del mercato vengono cucinati e trasformati negli ingredienti per comporre delle gustose bowlsAll You Can Mix”, così come zuppe, macedonie ed estratti. 

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