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Oggi, 24 Febbraio, ricorre il World Bartender Day, la giornata mondiale dei bartender. Non una data a caso, poiché in questo giorno del lontano 1951 avveniva la fondazione dell'IBA, ovvero l'Internation Bartender Association per merito di 7 associazioni del settore: Dbl (Danimarca), Abf (Francia), Nbc (Paesi Bassi), Sbg (Svezia), Sbu (Svizzera), Ukbg (Regno Unito) e l’italiana Aibes.
Non sono solo barman e barlady ad avere la loro giornata.
I cuochi per esempio hanno la loro ricorrenza nel mese di Ottobre (ogni anno cambiano il giorno anche se non mi è chiaro il perché).
I pizzaioli hanno la loro giornata mondiale della pizza il 17 gennaio che coincide con la celebrazione di Sant'Antonio, protettore di fornai e pizzaioli.
E i camerieri?
Teoricamente il Santo ce l'hanno i camerieri, anzi due. La più conosciuta è Santa Marta (29 Luglio) che viene definita più in generale la protettrice di camerieri, cuochi e delle casalinghe. Preferisco però la seconda, meno conosciuta, che è Santa Zita (27 Aprile), patrona di Lucca che era a tutti gli effetti la cameriera di una famiglia benestante del 1200. Nata da famiglia umile, grazie alla sua competenza e umiltà, le venne affidata la direzione della casa di nobili.
Santi a parte però, di avere una giornata dedicata alla categoria non ne se parla proprio. Ci provò OCCCA per due anni con il suo OCCCADAY, adottando in modo provocatorio il primo maggio come giorno della festa. D'altronde se non è possibile pensare a un giorno in cui far fare festa a tutta la categoria, tanto vale prendere a simbolo il giorno in cui per antonomasia tutti o quasi i lavoratori sono fermi tranne i camerieri (e i loro colleghi).
Ma è poi così importante avere una giornata nazionale? Con tutti i problemi che ci sono nel settore, stipendi e costo del lavoro su tutti, ha senso anche solo parlare di un argomento del genere?
Secondo me si.
Decisamente si.
Lo dico da cameriere, lo dico da collega che proprio grazie al lavoro di sala, sa quanto la forma conti, più che mai in questo tempo in cui visibilità e mediaticità contano.
Pensare che tutti, dai cuochi ai barman, dalla pizza al caffè, passando per gin tonic, margarita e carbonara, tutti hanno la loro giornata mondiale tranne il cameriere, è un modo, l'ennesimo, per relegare la categoria al dietro le quinte.
I camerieri dovrebbero avere la giornata mondiale più importante di tutte.
Quella con maggior impatto mediatico.
Quella per cui tutte le altre dovrebbero essere il riflesso.
La giornata in cui tutti si accorgono e ricordano di chi è il merito se esiste una distinzione tra self service e ristorazione, tra ospitalità e take away.
Cuochi, barman, pizzaioli e baristi, sono tutti dietro un bancone.
Gli unici che accolgono all'ingresso il cliente, che lo accompagnano ad un tavolo, che ne gestiscono il tempo durante l'attesa, che si preoccupano che ci sia armonia all'interno di uno spazio condiviso tra più clienti, tra più tavoli, tra più aree di uno stesso locale, che fanno in modo che le richieste fuori schema possa inserirsi nella produzione incessante di un servizio frenetico del sabato sera, gli unici che insomma rendono un momento di necessità come bere e mangiare, un momento conviviale, sono i camerieri.
Allora io mi chiedo cosa aspettiamo a dare importanza a questo ruolo che non è solo professionale, ma persino sociale in un momento storico come questo?
A partire dalla forma, prima ancora di parlare di diritti e norme, di contratti e costi, se non è la sala a farsi rappresentante del "come", chi altro deve farlo?
Dopo tanti anni, decenni in questo settore, sono convinto che quello che manca più di ogni altra cosa al nostro settore non sono le regole che stanno nel mezzo, ma i limiti entro cui definirci.
Serve dichiarare fortemente un'identità e dopo averla definita tra di noi, acclamarla pubblicamente. Solo a quel punto, una volta definito chi vogliamo essere, potremo iniziare a costruire un percorso per diventarlo.
A questo punto però bisogna decidere la data:
- 27 aprile Santa Zita?
- 1 maggio OCCCaday?
- 29 Luglio Santa Marta?