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L'eleganza è una cosa da poveri.
Non ho dubbi su questo.
E posso dirlo perché sono cameriere e povero.
Leggete e poi ditemi se ho torto.
Di certo bisogna capire cosa è l'eleganza innanzitutto.
La Treccani dice - "Eleganza è la qualità di una persona che ha insieme grazia e semplicità, e rivela cura e buongusto senza scadere in un’eccessiva ricercatezza".
Due a mio avviso sono le parole chiave: semplicità e compostezza (come contrario di eccesso). I loro opposti, cioè lo sfarzo, la complessità o eccentricità, l'appariscenza, non sono necessariamente delle connotazione negative, ma non hanno attinenza con l'eleganza.
Ora facciamo un salto indietro, alle origini di quelli che sono gli usi e costumi odierni.
Prendiamo un nobile aristocratico e la sua servitù.
Chi è espressione di sfarzo e chi di semplicità?
Chi fa sfoggio di opulenza e chi trasmette pacatezza e compostezza nel modo e nell'apparire?
Io credo che non solo l'eleganza sia una "roba da poveri" ma aggiungo che l'eleganza è qualcosa che i poveri, da sempre, insegnano ai ceti meno abbienti.
Il servizio quando sa essere elegante ne è forse la forma più alta.
Di conseguenza il cameriere è l'ambasciatore di tale arte.
Cosa c'è in fondo di più elegante di un uomo che apre la porta ad una donna o del sapere quando e perché chiedere scusa, del sapere quando parlare e cosa dire, del stare nel proprio posto senza andare oltre, senza invadere lo spazio altrui se non chiedendo il permesso (con la dovuta accortezza).
E mi dispiace dover dire una cosa che ci rende così esclusivi, ma non solo l'essere camerieri, ma soprattutto poveri, ci mette in una condizione più che unica, per poter esprimere un'eleganza che altrimenti, si può solo che imparare da noi.
Se avete qualche decennio di esperienza alle spalle avrete avuto la fortuna di lavorare con quei pochi bravi ed esperti camerieri che il mercato ancora offre. I migliori hanno sempre un aspetto e un portamento impeccabile. Si direbbero tutti quanti abitudinari nel vivere nel lusso e in quel mondo che può permettersi con facilità di spendere ad un tavolo l'equivalente di uno stipendio medio.
Eppure non so voi, ma i più eleganti, i meno posticci e volgari (da intendere proprio del vulgo), quelli più vicini a rappresentare la classe aristocratica, sono sempre stati nella mia esperienza, i camerieri che venivano da estrazioni umili.
I rari casi di colleghi provenienti da famiglie ricche che ho trovato in sala, raramente li ho visti mantenere un certo decoro e classe. Magari la troppa confidenza con il lusso e l'abbienza li rende troppo complici in un gioco delle parti che richiederebbe un distacco, una distanza tra chi sta comprando e chi sta elargendo un servizio.
A pensarci bene non mi viene in mente un solo bravo collega di sala che provenisse da una famiglia benestante. Quelli sono i cuochi.
Sul come e perché esistano oggi colleghi di buona famiglia che si fanno pagare corsi di cucina da decine di migliaia di euro per intraprendere una carriera lavorativa che fino a qualche decennio fa era appannaggio del ceto medio (per non andare più in basso) è un argomento a parte che ora eviteremo di approfondire.
In ogni caso, se avete scelto di essere camerieri, ricordatevi, il vostro scopo non è solo servire con eleganza, ma saperla raccontare, mostrare e persino insegnare ai vostri clienti, ovviamente, con eleganza.