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Nel panorama dei documentari, pochi generi riescono a catturare l'immaginazione come quelli dedicati al mondo culinario. Questi documentari e docu-serie non solo mostrano i segreti e i trucchi delle cucine più esclusive, ma offrono a chi guarda anche un’occasione per addentrarsi nelle vite e nelle menti di alcuni chef, un’esperienza sicuramente avvincente per i neofiti della cucina e particolarmente stimolante per chi invece in quell’ambiente ci lavora.
Che sia per sbirciare dentro le cucine stellate (e non solo) più famose del mondo, per analizzare con sguardo lucido quello che viene fatto bene e quello che viene fatto male, per farsi ispirare dai percorsi o dalle scelte di carriera di alcuni chef, per trovare nuove idee, per approfondire delle tecniche o delle culture lontane, questi cinque consigli di visione non lasciano lo spettatore indifferente.
1. The Mind of a Chef: Dentro la Mente dei Cuochi, 2012-2017
"The Mind of a Chef" offre un’immersione profonda nella psiche e nelle tecniche di alcuni dei più grandi chef del mondo. Ogni stagione esplora la visione culinaria di un cuoco diverso, combinando la narrazione personale con dimostrazioni pratiche e viaggi gastronomici.
Narrato da Anthony Bourdain la serie, con le sue 6 stagioni e 86 puntate, seguendo chef del calibro di David Chang, Gabrielle Hamilton, Sean Brock, April Bloomfield e Magnus Nilsson è davvero una fonte inesauribile di ispirazione, che rivela le motivazioni, le sfide e le innovazioni che definiscono la carriera di uno chef.
2. We Feed People, Ron Howard, 2022
Diretto da Ron Howard (Apollo 13, A Beautiful Mind) il documentario racconta la storia della World Central Kitchen, un’organizzazione no-profit fondata nel 2010 dallo chef spagnolo naturalizzato americano Josè Andrès.
Dagli inizi durante il terremoto di Haiti, quando si trattava solo di un ristretto gruppo di volontari, fino al 2022, passando attraverso gli interventi umanitari a Puerto Rico nel 2017, in North e South Carolina nel 2018 e molti altri, il film è un ritratto onesto e crudo dello chef, che non si nasconde dalle telecamere anche nei momenti di maggior tensione, e del suo progetto. Un modo visivamente accattivante per raccontare nel dettaglio la sua filosofia riguardo al cibo e al cucinare. Andrès infatti ci tiene a definirsi cuciniero, cuoco e non chef, una persona sempre in prima linea che attivamente fa da mangiare, con l’obiettivo di nutrire quelli intorno a lui.
Andrés, oltre che intervenire nei luoghi di maggiore crisi (quest’anno infatti, sulla prima nave di aiuti a Gaza c’erano 200 tonnellate di cibo della WCK) si prefigge anche di contribuire attivamente a mettere fine alla fame nel mondo. Emigrato in Spagna dall’America nel 1993, ex allievo e tutt’ora grande amico di Ferran Adrià, Andrès è un cuoco e uno chef che ha avuto le sue soddisfazioni (gestisce 27 ristoranti di cui 10 a Washington DC, è candidato per il Nobel per la pace, è stato forse uno dei primi celebrity chef, onnipresente in televisione) ma che, nonostante o in virtù dei risultati raggiunti, ha deciso di mettersi ancora in discussione in prima persona per restituire una parte di quello che ha accumulato. We Feed People fortunatamente non è operazione di santificazione ma uno sguardo attento e partecipato ad un progetto lodevole e al suo fondatore un uomo sicuramente fallibile ma fondamentale nel panorama culinario contemporaneo.
3.Salt, Fat, Acid, Heat, Caroline Suh, 2018
Diretto magistralmente da Caroline Suh questa miniserie in quattro episodi tratta dal bestseller “Salt, Fat, Acid, Heat” segue la chef Samin Nosrat (anche autrice del libro) attraverso Asia, Europa America e Sud America alla scoperta dei quattro elementi fondamentali della cucina. Il suo viaggio la porta nel Nord Italia, tra cucine e fattorie, alla scoperta dell’olio d’oliva, del formaggio e del grasso di maiale.
In Giappone sposta la sua riflessione sulla sapidità, passando dal sale marino alla soia fino al miso. Per l’aspro visita lo Yucatán, dove si sofferma su agrumi, salse e il miele dei Maya. Le peregrinazioni di Nostrat si concludono con il suo ritorno a casa, a Berkeley in California qui la chef prepara insieme alla madre il tahdig iraniano e visita la sua mentore professionale nella cucina di Chez Panisse.
La serie si snoda tra splendidi scatti di piatti e panorami e lezioni pratiche. È una bellissima serie che non parla solo di cibo, ma anche di cultura, esperienza e tradizione, con un'attenzione particolare alle donne e alle persone di colore di tutto il mondo. La chef infatti ha scelto di intraprendere questo viaggio non solo per esplorare il mondo culinario ma anche all’interno di quel mondo per: “amplificare le voci di - e anche solo presentare - persone e storie che di solito non raggiungono questo livello di esposizione”.
4.A Tale of Two Kitchen, 2019
Prodotto anche da Gael Garcia Bernard, famoso attore messicano, questo breve documentario racconta la filosofia e il progetto dietro le insegne della chef Gabriela Cámara, Contramar a Città del Messico e Cala a San Francisco (chiuso poi nel 2020 post Covid).
Aperti a distanza di diciassette anni uno dall’altro (Contramar nel 1998, Cala nel 2015) entrambi i ristoranti rispecchiano l’idea di ristorazione di Cámara sia nei piatti che nella gestione della brigata e dello staff.
L’idea di Cámara è sempre stata quella di valorizzare una cucina messicana genuina e fresca e, nella coordinazione e nell’assunzione del personale, invece quella di portare avanti una politica di inclusione e comunità, dove entrambe i ristoranti diventano luoghi di riscatto e sicurezza per chi ci lavora, dove si crea spontaneamente una forte rete di supporto. La visione della chef si rivela fruttuosa in entrambi gli aspetti: le persone che lavorano nei suoi locali sono affezionate e soddisfatte, leali all’insegna e felici di portare avanti i messaggi alla base di questi progetti e la clientela ne apprezza entusiasticamente il cibo e l’atmosfera.
5. Chef’s Table, 2015 - 2022, creata da David Gelb
Nominata e premiata con numerosi riconoscimenti, tra cui 8 nomination agli Emmy, "Chef’s Table" è una serie documentaristica sulla cucina che ha in qualche misura ridefinito il genere offrendo dei ritratto intimi e visivamente strabilianti degli chef più rinomati al mondo.
Ogni episodio si concentra su un singolo chef, esplorandone la filosofia culinaria, le sfide personali e le storie che hanno plasmato il suo percorso.
La serie sembra riuscire a ritrarre i diversi e le diverse protagoniste nella loro interezza, non si addentra troppo nella sfera privata ma riesce a connettere l’essere umano e la sua figura professionale, collegando e facendo corrispondere alcuni tratti della sua personalità alle parti della sua carriera mettendone in luce l’unicità.
David Gelb guarda alla vita e al percorso degli chef in un modo nuovo, non si concentra (troppo) sulla fama, sulla fortuna, sull'ego o sulla maschera pubblica che ognuno di loro ha costruito negli anni, ma piuttosto riesce a tenere insieme tutti questi aspetti, rivelando qualcosa della persona nascosta dietro.
La serie poi non vuole nè condannare nè incensare i suoi protagonisti e lascia la possibilità a chi guarda di sviluppare decidere per sè.