Mocktail e bevande no-alcool: un mercato in crescita e nuove possibilità da scoprire.

Nel 2023, i consumi no/low alcol hanno segnato un +5%, raggiungendo i 13 miliardi di dollari nei top 10 Paesi, con una proiezione del +6% entro il 2027. Secondo le stime, il no-low alcool continuerà a crescere, andando a prendersi parti del mercato alcolico.
Mocktail e bevande no-alcool: un mercato in crescita e nuove possibilità da scoprire.

Sicuramente avrete sentito parlare del Dry January (il fioretto per cui, per depurarsi dopo i bagordi delle feste, si sceglie di non consumare alcolici per tutto gennaio) ma forse non siete familiari con il Fast Feb (come sopra ma anche a febbraio) o con la Sober Spring (in questo caso addirittura tre mesi alcool-fre).

In ogni caso, il prolificare di queste tendenze testimonia come, per svariate ragioni, siano esse religiose, etiche, di salute, per regolare il proprio rapporto con l’alcool o anche solo per provare nuove bevande, negli ultimi anni, anche in Italia, il mercato no-alcool si sta espandendo e abbia raggiunto sempre più persone.

Nel 2023, i consumi no/low alcol hanno segnato un +5%, raggiungendo i 13 miliardi di dollari nei top 10 Paesi, con una proiezione del +6% entro il 2027. Secondo le stime, il no-low alcool continuerà a crescere, andando a prendersi parti del mercato alcolico e raggiungendo una quota di mercato pari al quattro per cento. Chi beve alcol o no/low alcol a seconda dell’occasione ha rappresentato il 43% dei consumatori nel 2023, e sempre più millennial fanno parte di questa categoria, passando dal 41% al 45%.

I principali mercati sono gli Stati Uniti, il Giappone e, in Europa, il Regno Unito e la Francia, ma è indubbio che il tema delle bevande poco o non alcoliche sia sempre più rilevante, anche in Italia.

Il 15 gennaio infatti si è tenuta a Bologna per la prima volta No/Lo Bolo, una fiera sulle bevande non alcoliche, un progetto di Sofia Girelli, fondatrice de La Sobreria una pagina Instagram che comunica il mondo no/low alcool, Nicolò Pagnanelli e Riccardo Astolfi. Alla manifestazione hanno partecipato, portando il loro prodotti, ben 27 realtà no/low.


La locandina del festival No_Lo Bolo

Ma quali sono le alternative disponibili, alcune delle opzioni più interessanti ad oggi sul mercato?

I distillati analcolici

Realizzati appositamente senza alcool, i distillati analcoli in commercio possono replicano i sapori degli spiriti che tutti noi conosciamo o, con miscelazione accuratamente selezione di botaniche e acque aromatizzate creare nuovi sapori.

Dagli aperitivi ai vermouth, dai digestivi ai gin, passando per whiskey, bourboun e bevande amaretto-style, basta scegliere i propri preferiti e utilizzarli per sbizzarsi nella creazione di stravaganti mocktail. Per quanto riguarda le aziende che li producono anche qui, c’è davvero una varietà incredibile (altro segnale che decisamente ci troviamo davanti ad un settore in rapida espansione). Seedblip dal 2014 produce i suoi distillati nella tenuta della famiglia Branson (il fondatore del brand) seguendo i principi di “The Art of Distillation” manuale scritto nel 1651 e con ingredienti che arrivano solo dalle campagne inglesi circostanti. Lyre’s ha una gamma ancora più ampia e pur essendo stata fondata solo nel 2019, ad oggi è il il principale marchio indipendente di alcolici al mondo. Altro brand molto apprezzato è Monday che produce, tra gli altri, uno dei migliori gin zero alcool in circolazione. Anche in Italia non mancano proposte convincenti. Amaro Venti per esempio, è il risultato dell’unione tra la ricerca tradizionale e quella moderna. Per realizzarlo vengono seguiti metodi classici di produzione della liquoristica italiana affiancati dalla lavorazione innovativa delle botaniche senz’alcol. Così la versione analcolica mantiene lo stesso sapore del suo gemello alcolico, per un prodotto che sorprende anche i più scettici. Memento invece propone 3 diversi blend di acque aromatiche e botaniche che rievocano, ognuna a modo suo, note dal carattere mediterraneo. Altra eccellezza nostrana è Conviv Milano con due infusi (rosso e bianco) che miscelano prodotti pregiati italiani provenienti da tutta la regione.

A group of people cheering with different beverages

Vini e birre

Anche per quanto riguarda vino e birra no alcool ci sono diverse possibilità e nuove realtà che si stanno affermando.

Nomi già famosi nel mondo del vino infatti hanno iniziato ad espandere la loro offerta nel segmento alcool free. Hofstätter per esempio ha lanciato lo spumante Steinbock Alcohol free Selection Dr.Fisher, ottenuto dal Riesling Kabinett “Steinbock” con un processo di distillazione sottovuoto che rimuove l’alcool senza alterarne le caratteristiche organolettiche. Zonin ha invece puntato su Cuvée Zero, un prodotto simile al vitigno Glera, mirato a conquistare mercati strategici come Germania, Regno Unito, Francia, Australia, Belgio e Svezia. Nel 2019 in Italia invece è nata Myalcolzero, fondata con grande entusiasmo da Luca Sonn, specializzata nella produzione su misura, esportazione, vendita diretta e consulenza nel settore del vino analcolico. Nosecco, ribattezzato Nozeco nel 2021 a seguito di controversie con il consorzio del Prosecco (DOC), per esempio, è diventato il marchio di vino analcolico più venduto nel Regno Unito dopo essere stato presentato alla London Wine Fair nel 2017. Curioso come anche Kylie Minogue una delle regine del pop, nel 2022 abbia lanciato con grande successo un rosé analcolico. In Francia, spopola lo spumante analcolico French Bloom, lanciato nel 2021, che ora disponibile anche in altri 28 paesi.

People holding glasses with white and red wine

Sul fronte birre non c’è più solo la Tourtel (che comunque rimane un caposaldo vista la grandissima distribuzione) e basta fare qualche ricerca scoprire possibilità interessanti, da i brand più commerciali ma in versione 0% come Forst, Heinken, Moretti e Nastro Azzurro, fino ad una gamma vastissima di artigianali e speciali che arrivano da tutte le parti del mondo. In Norvegia (ma si trova anche da noi) il birrificio Lerving produce No worries una birra alcool free davvero sorprendente (c’è anche la versione birra di Natale). Dall’Italia interessanti sono le esperienze del birrificio alto-atesino Freedel che, nato nel 2019, a conduzione familiare, ha come obiettivo una nuova categoria di birra. Non semplicemente analcolica ma progettata fin da subito per essere priva di alcol. Anche Birra Salento, impresa salentina nata nel 2016, debutta nel 2022 una linea di analcoliche particolarmente varia, ce n’è infatti per tutti i giusti: dalla Stout al caffè, alla Fruit Beer, alla Session IPA. Tutte con alcol 0.0%.

Kombucha & company

Altri segmento da tenere d’occhio quello di kombucha, kefir e sidri, tutte bevande fermentate che stanno prendendo rapidamente piede complice il fatto che abbiano una lunga tradizione produttiva (la kombucha arriva dalla Russia passando per la Cina, il kefir all’acqua risalirebbe adirittura ad un dono di Maometto a dei pastori del Caucaso) e siano ricchi di batteri buoni per l’organismo e vitamine. In Italia, stando anche alle etichette che hanno partecipato a No/Lo a gennaio, i produttori sono davvero tanti e operano in contesti differenti sempre però prestando attenzione alla sostenibilità e utilizzando le risorse del territorio. Solo per fare qualche esempio: Kefirata in un birrificio comasco produce bevande con frutte e spezie di stagioni, Legend Kombucha a Verona è per il Gambero rosso la miglior kombucha classica italiana, Frui Kombucha nasce dalle coltivazioni di ortica biodinamica sugli appennini, Intro Kombucha è una realtà emergente triestina con bevande dalle combinazioni di sapori innovativi, Conza Food Lab radicato in Sicilia produce kombucha che per i suoi sapori decisi e avvolgenti utilizza sapientemente le botaniche dell’isola. Pao Pao Kombucha è una realtà brianzola e la loro referenza zenzero e limone ha vinto un premio nella categoria di riferimento sempre per Gambero Rosso. Livebarrels nelle campagne piacentine, fermenta bevande di ogni tipo: kombucha, sidri, idromele, pyment, birra e anche liquori.

In conclusione

Un brindisi dal basso, sullo sfondo il cielo azzurro

Sembra quindi che il nostro futuro sarà molto più analcolico di quanto ci fossimo immaginati (o in alcuni casi avessimo sperato!). Diventa quindi fondamentale, per restare al passo con i tempi e intercettare le tendenze, conoscere il mercato, rimanere informati e sempre ricettivi verso quello che succede intorno a noi. Sia che si tratti di distillati analcolici, vini e birre no/low alcool, o bevande fermentate il panorama è davvero ricco di scelte e possibilità da esplorare, quindi non formalizzatevi troppo, scegliete il vostro drink preferito e preparatevi ai brindisi futuri, sicuramente meno alcolici di quelli di oggi!

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