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La gestione delle risorse umane è diventata uno degli aspetti più critici per il successo nel settore della ristorazione.
E, finalmente, ne siamo tutti consapevoli.
Dopo le sfide imposte dalla pandemia di COVID-19, il settore sta ora affrontando una nuova era di trasformazione.
Sommario (clicca qui)
- Siamo online! (⏳ 30 sec.)
- Perché questa ricerca (⏳ 20 sec.)
- Il contesto del mercato attuale (⏳ 30 sec.)
- L'equilibrio tra vita privata e lavorativa (⏳ 30 sec.)
- Una premessa necessaria (⏳ 2 min.)
- Come avviene la ricerca (⏳ 20 sec.)
- I risultati della ricerca (⏳ 2 min.)
- Una conclusione su cui riflettere (⏳ 1 min.)
Siamo online!
Con il lancio dell' "Osservatorio delle Risorse Umane nella Ristorazione 2024", abbiamo iniziato a condurre un'analisi approfondita per comprendere meglio le dinamiche attuali e identificare le tendenze future che influenzeranno il mercato.
Questo articolo inizia ad esplorare i risultati emersi dalla ricerca, offrendo spunti e raccomandazioni per ristoratori e ristoratrici, HR e manager che vogliono migliorare la gestione del proprio team e rimanere competitivi.
Un grazie particolare agli amici di Restworld che sostengono l'Osservatorio diffondendone l'indagine (elenco in crescita, se vuoi collaborare alla diffusione scrivici a info@restworld.it).
- TheRistoratori, il podcast che racconta le storie di successo di ristoratori e ristoratrici italiani;
- Chooseat, startup che supporta i ristoratori nella gestione economica;
- Il Cameriere Rivoluzionario, pagina Instagram di satira tagliente sulla ristorazione.
Perché questa ricerca
Il nostro Osservatorio nasce dall'esigenza di colmare un vuoto informativo sulle risorse umane nel settore della ristorazione italiana.
Dopo la pandemia, per i ristoratori è emersa con forza la necessità di comprendere al meglio le sfide da affrontare nella gestione del proprio staff, e di individuare soluzioni concrete che possano migliorare il clima lavorativo e la soddisfazione dei collaboratori.
Il tutto con l'obiettivo di aumentare l'attrattività di nuovi talenti, ma soprattutto per mantenere con sé i talenti già in azienda.
Questo Osservatorio delle Risorse Umane nella Ristorazione è stato progettato per offrire insight preziosi che, ci auguriamo, possano guidare ristoratori e ristoratrici italiane, in Italia e nel Mondo, nelle loro decisioni strategiche.
Il contesto del mercato attuale
Nel 2024, il mercato della ristorazione si presenta in una fase di evoluzione e adattamento.
Secondo il Rapporto Ristorazione 2024 di Fipe, in Italia, l'occupazione nel settore ha finalmente superato i livelli pre-pandemia, ottimo!
Ma le sfide non sono certo finite.
La percezione di carenza di staff qualificato rimane una questione centrale, aggravata dalla crescente competizione tra le imprese per attrarre i migliori talenti.
Questo fenomeno, spesso definito come "War for talents", costringe i ristoratori a innovare continuamente le loro strategie di gestione dello staff.
Parallelamente, le catene di ristorazione stanno guadagnando terreno grazie alla loro capacità di adottare tecnologie avanzate e offrire maggiore stabilità lavorativa.
Nel mentre, gli operatori indipendenti (o più noti come " gestioni familiari"), perdono terreno, alla ricerca di modi per rimanere competitivi in un mercato sempre più standardizzato e tecnologico.
In poche parole, rimangono indietro (riprenderemo questo concetto più avanti).
L'equilibrio tra vita lavorativa e privata
La pandemia ha evidenziato e amplificato problemi già esistenti nel settore, come l'alto turnover e la difficoltà a mantenere un equilibrio tra vita lavorativa e privata.
Come in tutti i settori..
Si è resa evidente la necessità di un cambiamento strutturale nella gestione delle risorse umane, anche nella ristorazione.
I primi risultati, di seguito raccolti, mostrano che i ristoratori che hanno adottato queste strategie hanno registrato una maggiore soddisfazione del personale e una riduzione significativa del turnover.
Oggi, il benessere dei propri collaboratori non è più un semplice optional, ma una necessità per attrarre e trattenere talenti in un mercato sempre più competitivo.
Una premessa necessaria
Provate ad immaginare questa scena.
Siete su un ponte lungo 500 metri e molto largo, insieme ad altre 99 persone, tutti insieme a metà ponte, diciamo equamente a 250 metri di distanza dalla terraferma.
Iniziate a sentire degli scricchiolii in lontananza provenire dall'inizio del ponte alle vostre spalle.
Consapevoli del pericolo imminente, 50 delle persone lì con voi iniziano a correre verso la direzione opposta, mentre tu, insieme agli altri 49 rimani lì non curante del pericolo.
Dopo pochi secondi, gli scricchiolii alle vostre spalle si intensificano e il ponte inizia a sgretolarsi da quel lato, creando un effetto a cascata che pian piano distruggerà tutto il ponte.
A quel punto iniziate a correre anche voi!
Il primo gruppo dei consapevoli è già a 400 metri di ponte, ne mancano solo 100.
Voi, gli sprovveduti, siete appena partiti, ve ne mancano ancora 250. E la voragine continua ad avvicinarsi.
Ce la farete?
Ok, ora torniamo alla ristorazione.
Post Covid, gli scricchiolii rappresentano i primi segnali di qualcosa che non sta più in piedi. Gli orari infiniti, le paghe basse, i "fuori busta", il turno spezzato eccetera inizano a scricchiolare.
Alcuni ristoratori, più consapevoli iniziano così a correre, già nel 2021 e 2022: "Aumentiamo gli stipendi", "Riduciamo i turni", "Rimuoviamo il lavoro in nero".
Gli altri, che rimangono lì a guardare, pensano "Ma sì, che vuoi che sia, è una fissa passeggera dei giovani", "Tanto di gente che vuole lavorare ce ne è sempre!", "Ma poi anch'io lavoro 60 ore a settimane, perché non dovrebbero farlo le altre persone che IO pago?".
Ma poi, dal 2023, il ponte ha iniziato a crollare.
Sui giornali fiumi di articoli iniziano a raccontare di ristoranti che falliscono perché non trovano staff, perché le persone se ne vanno, perchè.. perché.. perché..
Allarmati dal rischio imminente, anche gli altri ristoratori rimasti lì nel mezzo, iniziano a correre cercando di raggiungere la terraferma della salvezza.
Quei pochi secondi sul ponte, che nella vita reale son mesi, iniziano a trasformarsi in notti insonni, ansie, weekend in merda (in gergo) perché lo staff non si presenta, o perché lo chef si toglie il grembiule e se ne va.
Quindi la situazione attuale è la seguente:
- Da una parte abbiamo i ristoratori consapevoli, che hanno già fatto i loro metri, ma devono ancora fare l'ultimo sprint;
- Dall'altra abbiamo gli sprovveduti, quelli che, incuranti dei segnali, si trovano ora a dover fare ancora i primi passi verso la salvezza.
Ora che abbiamo i nostri due ristoratori, possiamo addentrarci nella ricerca.
Come avviene la ricerca
Per lanciare l'Osservatorio, abbiamo raccolto un campione significativo di primi rispondenti early adopter tramite l'utilizzo di risposte multiple e aperte.
Questo è servito per definire al meglio la struttura dell'indagine, testare i tempi di completamento e raccogliere primi feedback dai partecipanti sull'utilità dell'iniziativa. Che è stata ampiamente apprezzata.
Oltre ai questionari tradizionali online, abbiamo aggiunto al questionario un nuovo strumento di ricerca, sviluppato da una startup AI chiamata Glaut.
Invece di far scrivere del testo ai partecipanti, raccoglie risposte vocali (le note audio di whatsapp? una cosa simile!), le estrapola, contestualizza e le riporta all'interno di un sofisticato strumento di analisi dati.
In generale, questi primi dati raccolti rivelano diverse correlazioni interessanti, tra cui la crescente importanza dell'ambiente di lavoro e lo sviluppo delle competenze.
I risultati della ricerca
Estrapolando i dati, abbiamo diviso i ristoratori consapevoli da quelli sprovveduti seguendo un indicatore fondamentale.
L'indicatore su scala 10 della soddisfazione del proprio staff percepita dal ristoratore stesso.
E' vero che la soddisfazione del proprio staff può essere influenzata da molteplici fattori, e che ogni singolo lavoratore percepisce tale soddisfazione in modo estremamente diverso e con motivazioni diverse.
Pertanto analizzare il percepito del proprio team "nell'insieme", da parte del ristoratore, ci ha aiutato a declinare meglio i consapevoli, oggi maggiormente soddisfatti del proprio staff (da 8 in sù) grazie ad azioni già avvenute, e quelli invece non soddisfatti del proprio staff (da 7 in giù), gli sprovveduti, che oggi si trovano a patire un grande senso di insoddisfazione.
Negli ultimi 12 mesi, i ristoratori insoddisfatti hanno aumentato gli stipendi con una frequenza maggiore (30%) rispetto ai loro colleghi soddisfatti del proprio team (16.7%).
Questo dato suggerisce che i ristoratori ancora indietro stanno cercando di compensare una carenza percepita nella loro capacità di attrarre e trattenere talenti, puntando sulla retribuzione come leva principale.
I ristoratori lungimiranti, invece, avevano già aumentato gli stipendi oltre un anno fa.
Questo significa che gli stipendi in ristorazione continueranno ad aumentare?
Ni, o meglio, per chi li ha ancora troppo bassi sì! Per il futuro, solo il 6.98% dei consapevoli prevede di aumentare gli stipendi, rispetto al 10.5% degli sprovveduti.
Questo indica che, mentre l'aumento degli stipendi può essere necessario per migliorare la situazione in ristoranti con performance di gestione dello staff meno brillanti, i ristoratori soddisfatti considerano ormai questa strategia come consolidata e stanno spostando l'attenzione su altri aspetti più strategici.
Ma quali aspetti sono strategici per il futuro?
Il periodo della Great Resignation sembra passato, il turnover di staff è tornato a numeri stabili tra i ristoratori soddisfatti ed ora, la grande sfida è arricchire le competenze dei propri talenti e mantenerli ingaggiati.
I primi numeri ne sono una prova evidente 👇
Ovviamente, come già ampiamente anticipato, questi primi risultati servono per delineare dei primi insight che emergono da questo Osservatorio ma per fare un'analisi più approfondita serviranno centinaia di risposte.
E' proprio tramite la diffusione di questo articolo e della partecipazione al relativo questionario, che potremmo delineare in maniera cristallina lo stato attuale delle risorse umane nella ristorazione ed identificare i trend futuri.
Anche il tuo sostegno conta (sì, proprio tu che stai leggendo)!
Una conclusione su cui riflettere
Consapevoli che l'Osservatorio è solo al suo giorno 1, e che auspichiamo di raggiungere almeno 300 risposte entro fine anno, mi permetto di provare a trarre una prima conclusione.
Ad oggi, il problema principale rimane uno.
Lo so che lo sai. E' il motivo per cui esiste Restworld.
Sì, ad oggi il problema principale è ancora quello di "Trovare candidati qualificati".
Con Restworld, abbiamo facilitato più di 2.000 assunzioni nella ristorazione, abbiamo portato a colloquio oltre 10.000 persone sono in questi primi 8 mesi del 2024 e raccolto motivazioni su ogni associazione fatta fino ad oggi tra candidati e lavoratori che non è andata in porto.
Parliamo di oltre 50.000 risposte.
Come fondatore di Restworld, respiro ogni giorno da diversi anni queste dinamiche e queste situazioni.
Sul tema, ho avuto l'opportunità di ascoltare le menti più illustri di questo settore, in Italia e non solo, ed ho elaborato una mia teoria a riguardo, condivisa da molti peraltro.
Pertanto voglio provare a darvi la mia personale interpretazione di questo dato.
Perché mi permetto di dare una mia interpretazione?
Oltre a toccare le 500 candidature sulla nostra piattaforma ogni 24 ore, ogni giorno, riceviamo tra le 30 e le 80 richieste sui nostri canali.
Queste richieste sono di lavoratori che cercano impiego, che ci condividono le loro esperienze e, troppo spesso, sono esperienze negative in cui il ristoratore o la ristoratrice ha commesso un danno.
Oggi, il lavoro nella ristorazione, è percepito veramente male.
Spesso le prime parole, negative, che vengono alla mente delle persone che non operano in questo settore sono: "troppo lavoro", "troppo nero", "sfruttamento".
Questo perché per anni si sono sommate centinaia di migliaia di esperienze di lavoro negative tra le persone da qualsiasi parte d'Italia, con il risultato che, spesso, le persone si son trovate a scappare da questo settore.
Bello, bravi tutti! 👏
(sono sarcastico ovviamente)
Per essere schietti e diretti (come farebbe il buon Emiliano Citi), proviamo a riassumere.
Quanto appena descritto è il motivo principale per cui non trovate staff.
Perché la maggior parte di voi (magari non proprio tu che stai leggendo, ma la maggior parte dei ristoratori purtroppo), per anni, ha offerto lavoro di scarsa qualità.
E quindi, oggi, lavorare in ristorazione è percepito come un lavoro di scarsa qualità.
Di scarse prospettive di carriera. Di scarso stipendio. Di scarso equilibrio con la vita privata.
Ed è stata colpa dei ristoratori.
Punto.
Inutile stare ad addossare le colpe allo Stato, ai lavoratori, alle guerre, alle crisi.
In primis, bisogna rendersi conto che la ristorazione stessa ha danneggiato l'immagine di questo lavoro.
E che, chi si è sempre comportato onestamente, oggi deve pagare le bravate di colleghi e venire inserito nel calderone degli sbagliati.
Ma c'è una rivoluzione in corso.
C'è un barlume di speranza, ovviamente non per tutti.
Come abbiamo visto poco fa, il ponte si sta sgretolando.
Chi raggiungerà la terraferma, avrà la responsabilità di ridare nuova luce a queste professioni.
Per accedere ai risultati live dell'Osservatorio, puoi utilizzare il seguente link: Risultati live
- Se hai un ristorante e vuoi partecipare e ricevere i risultati completi, clicca qui
- Se hai un network di ristoranti (sei un'associazione, un'azienda b2b, un consulente, un influencer, eccetera) e vuoi supportarci nella diffusione di questa ricerca, scrivici ad info@restworld.it