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Ristoratore ed imprenditore illuminato, mentore di Will Guidara e fondatore di Shake Shack, Danny Meyer è un personaggio fondamentale nel panorama dell’ospitalità contemporanea.
La storia di Danny Meyer, ristoratore ed imprenditore americano, inizia a St. Louis, ma è a New York, alla soglia dei 27 anni che per la prima volta la sua visione prende forma e si concretizza.
Nel 1985 infatti, dopo anni di viaggi tra l’Italia e la Francia, un periodo di formazione a Bordeaux e una spiccata passione per tutto quello che riguarda il mondo del cibo, Meyer apre il suo primo ristorante: l’Union Square Cafè. Nasce in quel momento la sua società, l’Union Square Hospitality Group (USHG), un progetto ambizioso che mira a rivoluzionare il modo in cui l’ospitalità viene percepita e vissuta.
USHG non è infatti solo un gruppo di ristoranti, ma una precisa direzione imprenditoriale che favorisce la costruzione di rapporti di fiducia e rispetto reciproco tra clienti, dipendenti e fornitori.
L’intuizione di Meyer è semplice, ma rivoluzionaria: l’ospitalità non riguarda solo il cibo, ma soprattutto le persone.
Trent’anni dopo, USHG comprende alcuni dei ristoranti più amati e acclamati di New York, tra cui Gramercy Tavern, The Modern, Maialino e altri ancora. Meyer e USHG sono i fondatori di Shake Shack, società pubblica dal 2015.
USHG inoltre, offre servizi per eventi su larga scala, soluzioni di ristorazione per istituzioni pubbliche e private, consulenze di settore e programmi educativi.
L’ospitalità come filosofia aziendale: il cuore del successo di Meyer
La concezione dell’ospitalità di Meyer, sintetizzata nella formula Enlightened Hospitality (Ospitalità illuminata), consiste in una sorta di “relazione simbiotica” tra chi offre un servizio e chi lo riceve. Ogni interazione è basata su principi etici e su un approccio empatico che mette le persone al centro. Questa visione si è rivelata essere il pilastro del suo successo, che ha permesso di creare ambienti in cui la soddisfazione del cliente e quella del dipendente diventano obiettivi complementari. Meyer non si è mai limitato a servire del cibo ma ha sempre provato a creare un'esperienza di vita che coinvolgesse tutti i sensi, lasciando un segno indelebile.
Il migliore del mondo: Eleven Madison Park
Quando si parla di USHG, è impossibile non menzionare l'Eleven Madison Park.
Situato nel cuore di Manhattan, l'Eleven Madison Park è diventato un'icona globale grazie alla sua attenzione ai dettagli e alla sua capacità di reinventare la cucina contemporanea. Questo ristorante, originariamente concepito come una semplice brasserie, è stato trasformato in un tempio gastronomico che ha guadagnato tre stelle Michelin e ha vinto numerosi premi, incluso quello di miglior ristorante del mondo per i 50 Best.
Dietro il clamoroso successo internazionale di Eleven Madison Park (ora di proprietà dello chef Daniel Humm, dopo che nel 2011 Will Guidara e Humm l’avevano rilevato dal gruppo di Meyer) c’è stato un sodalizio vincente: quello tra Meyer, Will Guidara e Daniel Humm.
Meyer, con la sua visione imprenditoriale e la sua esperienza nel settore, ha riconosciuto in Guidara (che inizia la sua carriera da Tabla, sempre nel gruppo USHG) un giovane di talento, guidandolo e sostenendolo in un percorso di crescita professionale. Questo rapporto ha permesso a Guidara di emergere come una delle figure più influenti della ristorazione mondiale, portando Eleven Madison Park a vette inimmaginabili. Insieme, hanno creato un modello di ospitalità che ha fatto scuola.
Quando nel 2006 Humm e Guidara iniziano a lavorare insieme all’Eleven Madison Park entrambi vogliono moltissimo da quell’esperienza, vogliono raggiungere l’eccellenza e non vogliono rinunciare né agli standard elevati dell’alta cucina né ad un ambiente accogliente, in cui clienti e personale si sentano sempre a proprio agio. Il percorso è lungo ma i due insieme, come raccontano in “Un servizio pazzesco" (qui il nostro approfondimento), riescono ad ottenere dei risultati clamorosi.
Come Danny Meyer ha cambiato le dinamiche tra datore di lavoro e dipendenti
Uno degli aspetti più innovativi del lavoro di Danny Meyer è stato il suo approccio alla gestione del personale (ripreso poi e in qualche modo portato alla maturità nelle riflessioni di Guidara). Meyer ha ribaltato le dinamiche tradizionali tra datore di lavoro e dipendenti, creando un ambiente in cui ogni collaboratore potesse sentirsi valorizzato e rispettato. Le sue politiche includono salari equi, formazione continua e un forte senso di appartenenza. In questo modo, ha costruito squadre solide e motivate, capaci di offrire un servizio impeccabile e di creare un clima positivo anche sotto pressione.
Meyer poi ha cercato di porre l’inclusione sempre al centro della sua visione aziendale. Nei suoi ristoranti, ogni dipendente è incoraggiato a contribuire con idee e suggerimenti, così che si vada a creare un ambiente di lavoro dinamico e collaborativo. Questa cultura aziendale si riflette anche nel modo in cui USHG interagisce con la comunità, promuovendo pratiche sostenibili e supportando iniziative sociali. Meyer infatti crede fermamente che il successo di un’azienda debba andare di pari passo con il benessere della società.
Per questo USHG si impegna attivamente a migliorare le comunità in cui opera. Attraverso iniziative benefiche, collaborazioni con organizzazioni no-profit e progetti di sostenibilità, Meyer e il suo gruppo dimostrano che il successo imprenditoriale può andare di pari passo con la responsabilità sociale.
Shake Shack, un fast food sostenibile
A tal proposito non si può non menzionare uno dei progetti più iconici di Meyer, Shake Shack. Nato come un semplice chiosco di hot dog al Madison Square Park, creato per supportare la prima installazione artistica del Madison Square Park Conservacy, è diventato rapidamente un fenomeno globale.
Credits: Shake Shack
Non si tratta ovviamente solo degli hamburger; Shake Shack incarna l’approccio inclusivo e orientato alla qualità che Meyer ha sempre promosso e lo applica su ampissima scala. Ogni dettaglio, dalle materie prime selezionate alla formazione del personale, riflette l'ossessione di Meyer per l’ospitalità. In pochi anni, Shake Shack ha conquistato il mondo, dimostrando che anche un fast food può essere sinonimo di eccellenza.
Ormai l’eredità di Meyer va ben oltre i ristoranti che ha creato. È un modello di leadership, innovazione e umanità che ha trasformato radicalmente il settore della ristorazione e dell’ospitalità. Il suo approccio, basato sulla centralità delle persone, continuerà a influenzare generazioni di ristoratori e imprenditori, lasciando un segno indelebile non solo nel mondo della gastronomia, ma nella cultura aziendale globale. Meyer ha dimostrato che, alla fine, ciò che conta davvero non è solo il cibo, ma le persone che ne fanno parte.